Grotta del Secchio
Lunedì 25 maggio 2009, le esplorazioni continuano…..
Sicuri che ormai la grotta sia nella fase post umida, decidiamo di andare, così nel pomeriggio partiamo per Carsoli, ma già dalla seconda strettoia, la cavità si presenta bagnata.
Per oltrepassare quel punto, bisogna superare una pozza di quasi dieci centimetri di profondità, io la passo elegantemente di spalla e con sorpresa è anche piacevole, mentre Andrea la passa a pancia sotto lagnandosi un po’ .
Arriviamo presto nella sala con le eccentriche trasparenti, dove ci sono i segni di vecchi terremoti, mentre dell’ultimo non se ne vede traccia.
Dopo poco siamo davanti alla strettoia di quaranta metri che impegna per primo Andrea, percorsi almeno venti metri siamo davanti al laminatoio, dove notiamo i segni lasciati da un laghetto, ormai asciutto che non avevo mai visto prima.
Impegniamo quindi il laminatoio ed appena dopo ci aspetta una pozza profonda almeno quindici centimetri, superata anche la strettoia seguente, ci aspetta soltanto la temuta strettoia finale.
Passata anche l’ultima strettoia, ormai nel nuovo ramo, ho dei problemi a passare il laminatoio seguente, a mio avviso più basso dei passaggi precedenti, una volta superato siamo finalmente in piedi.
Percorriamo quindi il meandro, caratterizzato dai contrasti estremi del bianco candido, dei depositi concrezionali, sul marrone scuro dell’argilla.
Una grande colonna ci da il benvenuto, poco dopo passiamo davanti ad una luminescente colata calcitica, superiamo una ulteriore, ma comoda strettoia per entrare nel meandro del fiume calcitico che, al contrario di quanto si pensasse è attivo.
L’acqua che percorre il letto del fiume calcitico, completamente bianco, si getta dentro uno stretto pozzo che andrà sicuramente ad intercettare il ramo attivo che passa poco più in basso, proveniente dall’inghiottitoio di Luppa e che fuoriesce dalla risorgenza di Valle Impuni.
Mentre a monte il flusso proviene da un lago situato poco più avanti e poco prima dell’attuale fondo, alimentato da una cascatella che proviene da un ramo superiore.
Dopo il lago, dove in esplorazioni precedenti si sono trovate delle concrezioni a cerchio, si percorrono alcuni metri per arrivare alla condotta di fango che stiamo scavando.
Nel punto dove parte il cunicolo di fango facciamo sosta per alcuni minuti, per poi proseguire fino alla strettoia non superata la volta scorsa e iniziamo a scavare…..
Dopo più di tre ore immersi nel fango guadagniamo il quinto metro, ma questa volta ci si ferma davanti ad una strettoia in cui non basta togliere del fango, ma necessita di disostruzione.
Ormai provati dalla forte corrente d’aria che ci ha abbassato notevolmente la temperatura corporea, decidiamo di tornare fuori e con calma ci avviamo verso l’uscita.
FOTO E RELAZIONE - Fabrizio - Francesca -Andrea (SCR)
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